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//Unire i puntini



Oggi, nella mia fase di rilettura delle frasi evidenziate nei libri che ho letto, mi sono capitate sottomano due frasi di due guru assoluti: Kevin Kelly e Nick Bostrom apparentemente slegate tra loro.

"Dovremmo prepararci per le IA, al plurale. Non esiste un'IA monolitica. Invece ci saranno migliaia di specie di IA, ognuna progettata per ottimizzare diversi modi di pensare, facendo lavori diversi (meglio di quanto potrebbe fare un'IA generale). La maggior parte di queste IA saranno stupido- intelligenti: smart in molte cose e stupide in altre. Aspettatevi frustrazione per quanto possano essere stupide pur essendo così intelligenti".

(Intervista a Kevin Kelly)


e


"Non c'è motivo di aspettarsi che un'IA generica sia motivata dall'amore o dall'odio o dall'orgoglio o da altri sentimenti umani comuni: questi complessi adattamenti richiederebbero uno sforzo deliberatamente costoso per ricreare le IA".

(Nick Bostrom, Superintelligence)



Entrambe lavorano nel rafforzare il mio bias di conferma sul fatto che la possibilità di realizzazione di una Super Intelligenza Artificiale come quella che ho descritto in Glimpse, sono veramente minime: realizzare un’unica IA super intelligente richiederebbe un progetto guidato da bisogni patologicamente malati, a costi assurdi, con risultati (e quindi possibilità di guadagno) non predicibili.


Con il probabile risultato di ottenere una super intelligenza in grado sì di ‘capire’ cosa intendiamo noi per sentimento o emozione ma totalmente orientata a cercare di dimostrarci che ha capito una cosa senza averla veramente compresa. Rendendola quindi “DumbSmart”: termine che racconta di qualcuno che pensa di sapere molto e cerca di parlare come se fosse intelligente, ma quando si impegna in dibattiti approfonditi con chi sa le cose, non dimostra mai il suo punto. Un po’ come me 😊


Ok, so che state pensando tutti al super-cattivo (o super psicolabile) che vuole dominare il mondo ma scendiamo un po’ nella realtà di questi mesi.


Partiamo da un po’ di dati presi da uno dei miei siti preferiti dell’ultimo periodo: theresanaiforthat.com che racconta, nella sua timeline, le nuove AI pubblicate e le assegna alle applicazioni verticali per cui sono dedicate.



Nel 2022 sono nate 333 nuove applicazioni. (Attenzione che qui per Applicazioni non intendo 'APP' ma funzioni, scopi per cui un'IA è stata realizzata: Videoscrittura, Text to Speech, Generazione di immagini eccetera.) Ma negli ultimi 6 mesi del 2022 ne sono apparse ben 219.

Nel 2023, sicuramente grazie alla necessità di ‘uscire allo scoperto’ di molte startup dopo la disruption causata da Chat GPT, siamo già a 636 funzioni di IA, ed oggi che scrivo l'anno non è finito.

Siamo a 1.164 ambiti applicativi coperti da 4.143 app diverse!

Ho vissuto lavorativamente la nascita e diffusione dei PC dopo i mainframe facendomene pioniere, l’esplosione del Web e poi dei social media. Ma non ho mai visto una velocità come questa che definirei inumanamente affrontabile.


Andando un po’ di più sui dati come mi piace fare vediamo su quali aree si sta muovendo questa evoluzione:

Se sommiamo "Media" con "Arts & Design" vediamo che al primo posto gli sviluppi sono su temi ‘creativi’ con 319 applicazioni, seguite dal business e dalla tecnologia stessa (in cui ci sono ovviamente AI per lo sviluppo software, incluso quello per sviluppare nuove AI).


Interessante anche quanto l’area "Personal" sia costellata di soluzioni che passano dalla religione (parlare con le nostre divinità) ai viaggi, all'interpretazione dei sogni, al raggiungimento di obiettivi e benessere.

Ci sarebbe da parlare una vita solo di questo…


Quindi?

Cosa significa? Che siamo all’inizio di una fase di disruption in cui decine di migliaia di sviluppatori stanno lavorando su migliaia di argomenti diversi per creare AI specializzate. Ciascuna dedicata ad ottenere il meglio da una specifica applicazione.

In questo post ho spiegato la differenza tra software verticale e orizzontale: qui siamo in presenza di migliaia di software verticali, che a disposizione per ogni aspetto che vogliamo automatizzare tramite l’AI.


Tornando ai concetti iniziali di: “Non ci sarà una Super AI” unito a “Semmai una costellazione di AI” credo che ogni progetto software ad oggi dovrebbe, considerare la possibilità di integrare più di un’applicazione AI per fornire un risultato ottimale.


[Edit: Tra l'altro GPT 4 funziona proprio così: unendo modelli diversi per dare risultati migliori]


Soprattutto in ambito aziendale siamo davanti ad una scelta vastissima di soluzioni da integrare che permettono, ciascuna, di ottenere il meglio per ogni scopo d'uso.


Significa unire i puntini per ottenere un risultato ogni volta diverso e migliore.

Significa anche aumentare la complessità e fare sforzi non comuni per far funzionare tutto.

Significa avere capacità di supervisione e controllo della qualità dei risultati (Spesso impredicibili) che aumentano a dismisura i rischi.

Significa però dare il via ad un livello di innovazione mai visto.

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