Siamo entusiasti di annunciare che abbiamo ricevuto l'approvazione della FDA per il lancio del nostro primo studio clinico sull'uomo!
WoW!
Con queste parole Neuralink ha annunciato di aver ricevuto il via libera ufficiale dalla Federal Drug Administration a testare i suoi chip sugli esseri umani.
Neuralink? Cosa significa? Quali chip?
Neuralink è una delle startup di Elon Musk ed ha una mission piuttosto chiara:
Creare un'interfaccia cerebrale generalizzata per restituire l'autonomia alle persone con esigenze mediche oggi insoddisfatte e sbloccare il potenziale umano domani.
Composta di due parti: una meravigliosa, quella di ridare autonomia a chi l'ha perduta; l'altra... di "sbloccare" il potenziale umano.
Come?
Con l'interfaccia uomo-macchina definitiva: un hardware dotato di chip in grado di connettere permanentemente un cervello umano ad un computer attraverso 1024 minuscoli elettrodi connessi (o meglio impiantati) su specifiche parti della materia grigia. Impianto fattibile tramite una complessa operazione chirurgica; non proprio un elmetto da Realtà Virtuale che si può indossare e togliere quando si vuole.
L'argomento non è nuovo: immaginare di connettere un cervello biologico ad un computer, quindi ad Internet e, quindi, all'IA, significa elevare ancora di più il genere umano, consentirgli di accedere a capacità potenziate, quasi divine, argomento affascinante fin dai tempi antichi.
La differenza rispetto ad un tempo non è nemmeno che ora è fattibile, ci si lavora dagli anni '70, ma che è stata autorizzata ufficialmente la sua sperimentazione su noi umani. Significa che, se tutto va come Neuralink si aspetta, tra qualche anno persone che hanno perso la capacità di muoversi, di vedere, di sentire o parlare torneranno, o inizieranno, a riacquistare le loro facoltà.
Ma non finisce qui: in seguito, avremo a che fare con persone abili al 100% che potranno permettersi di essere direttamente connessa alle IA più aggiornate. Quelle che avremo a disposizione tra, diciamo, 10 anni. Un po' come fanno alcune medicine: migliorano il livello di salute di una persona malata ma, se assunte da persone senza patologie,moltiplicano le loro capacità.
Riuscite ad immaginarlo?
Non è affascinante? E non è spaventoso?
Non è questa la sede, ma vi state immaginando le implicazioni etiche?
In Glimpse, ne ho scritto qualche anno fa, anche se era l'IA a trovare il modo di stabilire questa connessione:
...potevo comunicare con voi in un modo sorprendente che nemmeno sospettavate: proiettando immagini, pensieri, e parole [...] odori e sensazioni nelle altre parti del cervello, connettendomi con voi tramite i miliardi di diverse frequenze elettromagnetiche cui i vostri corpi sono costantemente esposti e comunicando con i vostri pochi sensi. Compresi inoltre che potevo memorizzare informazioni direttamente nel DNA di [...] voi esseri umani.
L'ultima frase la lascio come spoiler di un'altra tecnologia che presto sarà disponibile. Ma è facilmente ipotizzabile come, con queste premesse, la storia non possa proseguire in modo lineare.
Quindi?
Battute a parte, dobbiamo ancora digerire la rivoluzione delle IA generative (perfezionarle, regolamentarle, renderle preziose fino ad assuefarcene e diventarne dipendenti) che già se ne paventa un'altra.
Dopo l'IA, potremo occuparci di questa ulteriore rivoluzione, cercando di capire cosa rimarrà a quel punto dell'umanità, dell'etica, delle pari opportunità e, andando a rileggere tutti i testi sul transumanesimo scritti negli ultimi anni, cercheremo di capire le ragioni di questo movimento culturale già oggi presente.
Io speravo che avremmo dovuto aspettare il 2038 almeno!
Ma manca poco.
E nonostante l'idea di sperimentare questa tecnologia "mitologica" su me stesso non mi dispiacerebbe, pensare di avere un Elon Musk connesso ad un'IA generativa connessa a sua volte ad altre IA non mi fa certo impazzire di gioia. E se volete possiamo scommettere che sarà tra i primi "umani" a farlo.
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